sabato 4 maggio 2019

VITA, SALEMI E FERROVIE ABBANDONATE: PRIMA ESCURSIONE IN BICI IN PROVINCIA DI TRAPANI

(scritto da Sabrina)
Vita, Salemi e ferrovie abbandonate è il racconto di un itinerario di circa 60 chilometri che abbiamo percorso in occasione della festa di San Giuseppe. I fatti raccontati in questo post sono accaduti un mese fa, pensavamo di fare altre escursioni e invece questa qui è stata l'unica, perché è servita da test per le biciclette, che si sono rivelate ormai inadeguate per viaggi più lunghi. Ne abbiamo parlato qui ----->BUON COMPLEANNO BICICLETTA E BENVENUTE ALLE NUOVE Si ritorna a pedalare, per la prima volta in provincia di Trapani.  Ecco le nostre biciclette, avevamo avuto un po' di nostalgia delle nostre sacche e quindi abbiamo approfittato dell'occasione per rimetterle al lavoro.


Questa è la prima foto della giornata, scattata all'uscita di Castellammare nei pressi di un cantiere chiuso. Ci dirigiamo verso le terme segestane, sulla SP 2, poco trafficata. Facciamo il primo rifornimento di acqua fresca alla fontana sulla strada...



  Dopo il bivio per Calatafimi, ci si immerge nella campagna vera e propria, non lontani dai ruderi del castello di Inici. Ci fermiamo all'ombra per fare colazione.



   Un ponte ferroviario in disuso

Il paesaggio predominante[/caption] 

 Ancora un bivio molto "campagnolo", noi giriamo a sinistra sulla SP 68, continuando a seguire la ferrovia che va verso Segesta.  


  Iniziano le prime salite, sempre su una provinciale ancora più tranquilla, circondati da campi coltivati, alberi in fiore e i bellissimi fiori gialli di acetosella, che a marzo fanno brillare tutte le campagne.  


  Si sale di quota, il panorama si fa interessante: sullo sfondo il Monte Inici e di lato ancora più lontano a sinistra, il Monte Sparacio.  


Ci fermiamo presso una casa di campagna con una tettoia per preparare il pranzo  


  
    Il nostro pranzo si compone di spaghetti con pomodorini, aglio, bietole e asparagi selvatici raccolti lungo la strada. [caption id="" align="alignnone" width="952"]


Cucina[/caption] [caption id="" align="alignnone" width="952"]


Sala da pranzo[/caption]




  Continuiamo a pedalare tra case di campagne e vigneti ancora spogli. C'è tanta gente che lavora in campagna, anche se le strade sono deserte. 


   Costeggiamo la ferrovia ancora per un po', incontrando la stazione ormai chiusa di Segesta Tempio, riusciamo anche in lontananza a vedere il tempio e il teatro.  




  

    C'è un'atmosfera tranquilla, nonostante le salite e le strade sterrate tra le campagne, non siamo stanchi, a tratti sembra la campagna francese.



  Abbiamo lasciato la provinciale per percorrere un sentiero che costeggia l'autostrada, un po' sconnesso ma che ci ha fatto risparmiare un po' di chilometri. Siamo quasi a Vita.  



  [caption id="" align="alignnone" width="999"]



...Scelte difficili[/caption] 


 Ci fermiamo per accamparci, cena con uovo fritto, pancarrè, qualche resto di salame e formaggio...e subito a letto! Colazione energetica, pronti per una nuova giornata...



  Stiamo percorrendo di nuovo una provinciale, la SP 44, che dopo una serie di tornanti ci condurrà a Vita, si deve salire di quota, ma anche questa volta, anche se ci fermiamo spesso e spingiamo la bicicletta a mano, siamo contenti, siamo circondati da un panorama bellissimo che fa dimenticare ogni fatica. 


 [caption id="" align="alignnone" width="999"]


una casetta lungo la strada[/caption]



  Non mancano gli avvistamenti... [caption id="" align="alignnone" width="999"]


tortora in canto[/caption] [caption id="" align="alignnone" width="999"]


un piccolo saltimpalo[/caption] In giro anche tantissimi cardellini, di cui abbiamo riconosciuto il verso ma non siamo riusciti a scattare nessuna fotografia. Verso le nove del mattino, arriviamo a Vita.



  Ci accoglie un paese deserto, siamo entrati dalla parte vecchia del paese che emana un'atmosfera antica e rilassante. Tra case abbandonate, scale e strade in salita, sembra di essere tornati indietro nel tempo.





    Questo è il municipio, nella parte nuova del paesino.



  

      Un signore ci chiede dove siamo diretti e ci invita a visitare gli altari di San Giuseppe, poco distanti da lì, raccontandoci che quelli di Salemi sono meno belli perché in realtà sono stati i cittadini di Vita ad "inventare" questa tradizione. Dopo aver cercato invano, torniamo sulla nostra strada.



  Da Vita a Salemi ci sono 7 chilometri di discesa, che abbiamo percorso in pochissimo tempo.



 

La festa di S. Giuseppe a Salemi

Gli altari di San Giuseppe sono degli altari decorati con pane di varie forme, foglie di alloro e arance, simboli di abbondanza.





      Spesso si trovano anche i finocchi e altri prodotti di stagione e qualche immagine del santo.




Salemi ci accoglie gremita di gente, è il giorno di San Giuseppe e tante persone visitano la città in occasione del cosiddetto Pranzo dei Santi con le 101 pietanze di San Giuseppe, previsto verso mezzogiorno.



Verso le undici e trenta, nella piazza del castello abbiamo assaggiato la tipica pasta del paese, preparata per l'occasione della festa, strana ma buona: spaghetti con olio, mollica fresca, prezzemolo, zucchero e cannella. La ragazza fa un piatto normale ad Alfio, dopo ci sono andata io e mi fa un piatto piccolino dicendo "eh vedi che è un gusto molto particolare, vedi se ti piace". "Mah, donna di poca fede", penso tra me e me. Noi affamati, abbiamo fatto una merenda dopo l'arrivo a Salemi, io con un arancia e Alfio con un pomodoro e un pezzo di formaggio. Con tanta gioia però, poco più tardi, al Pranzo dei Santi, distribuiscono altra pasta, anche più buona.

 [caption id="" align="alignnone" width="999"]


la pasta di San Giuseppe[/caption]

 Il Pranzo dei Santi è iniziato...ma di cosa si tratta? Tre bambini, i "virgineddi", seduti ad un tavolo, devono assaggiare 101 pietanze, e i resti di ogni piatto li donano a qualcuno che scelgono tra i presenti. Una cosa lunga insomma... :)


    Dobbiamo rimetterci in marcia verso casa...non sappiamo che strada ci aspetta perché abbiamo deciso di cambiare percorso... Da Salemi a Vita percorriamo una strada secondaria ricavata da una vecchia ferrovia... ecco una vecchia stazione trasformata in casa d'abitazione.




La vecchia ferrovia Salemi-Kaggera


 Si tratta della ferrovia Salemi-Kaggera, una ferrovia a scartamento ridotto che fu costruita e mai utilizzata. Avrebbe dovuto collegare la stazione di Salemi, capolinea della linea proveniente da S. Ninfa, con la stazione Kaggera (attuale stazione di Calatafimi), che si trova anche sulla linea per Trapani. Per ulteriori informazioni sul blog Vox Humana, si ripercorre l'intero tracciato da Santa Ninfa fino a Kaggera...molto interessante. Non abbiamo letto tutte le tappe, ma se tutto il tracciato è nelle stesse condizioni di quello che abbiamo percorso noi, praticamente si tratterebbe di un'ottima pista ciclabile che collaga Calatafimi a Santa Ninfa. E addirittura da Santa Ninfa si può continuare fino a Burgio o Castelvetrano, sempre su Vox Humana si trova la ricostruzione del tracciato. Da Vita abbiamo imboccato la strada statale 188, una bella discesa liberatoria :) Abbiamo costeggiato il paese di Calatafimi e proprio in prossimità della stazione Kaggera, deviazione verso Castellammare del Golfo, ritornando sulla SP 2 da dove siamo partiti.
TOTALE CHILOMETRI PERCORSI: 62






 

sabato 15 dicembre 2018

QUELLO CHE MI SERVE RESTA IL RESTO E' IN VENDITA

(Scritto da Alfio)


Vendo tutto

Prendersi d'ansia, prendersi troppo sul serio, agitarsi e spaventarsi non ha mai aiutato, eppure ci stavo ricascando, mi stavo dando scadenze inutili, stavo iniziando a sentirmi in colpa inutilmente per il tempo che sto perdendo, ma non lo sto perdendo io, sto cercando e aspettando, perchè tutto e subito non ci appartiene più, e quindi ciò che deve succedere succederà. E quindi sto iniziando a rilassarmi, nonostante sia cambiato poco o niente, ma non mi importa. Dico sempre: io il mio lo sto facendo, io quello che è nelle mie capacità lo sto facendo. Parlo del fatto che ci siamo finalmente messi in moto a cercare casa ma più di cercare e spargere e dare il nostro numero nei luoghi di ritrovo dei piccoli paesi dei Nebrodi non possiamo fare. Fare di ogni cosa un urgenza è forse la cosa più nociva che ci possa essere. L'urgenza l'ha forse creata il fatto che senza un nostro progetto avviato dobbiamo continuare a vivere di risparmi, il relax nonostante questo nasce invece grazie a quel piccolo cambiamento che ci voleva. Cosa è successo? Quest'estate in una casa abbandonata parlando del più e del meno con Sabrina, parlavo del fatto che tornando in Sicilia avremmo dovuto iniziare a vendere alcuni poster di concerti doppioni che avevo, poi da questa idea, si arrivò al fatto che avremmo potuto vendere i tanti cd originali che avevamo in comune e poi siamo arrivati alla conclusione che in fondo non ci servivano neanche i cd non doppioni e i poster non doppioni e che per averne il ricordo sarebbe bastata una foto, in fondo tutti i nostri migliori ricordi stanno nelle nostre cartelle fotografiche o addirittura nelle nostre menti. Era una bella decisione, abbiamo fatto un conteggio sommario di guadagno, e abbiamo capito che avremmo potuto guadagnare una bella cifretta alla fine delle vendite. Solo non mi aspettavo che davvero le aspettative potessero rispecchiare minimamente la realtà, infatti l'ultima cosa che abbiamo fatto tornando in Sicilia è stata questa, mettere in vendita tutto questo materiale, più di 200 articoli musicali, per la maggior parte poster e cd del cantante Tiziano Ferro ma anche di altri cantanti. Ho iniziato a spalmare dappertutto gli articoli in vendita, tutti i giorni condivido e ricondivido e sono cominciati i piccoli guadagni, specialmente sui poster i guadagni sono al 100% perché  al tempo in cui li presi i poster furono gratis, ma volendo anche la roba pagata comprata anni fa alla fine è guadagno perché è roba che stava lì sullo scaffale a prendere polvere da 7 anni.
  uno dei pacchi che abbiamo spedito[/caption] Non siamo diventati ricchi, non mi ci ripago neanche la Panda con questi soldi, sono poche centinaia di euro ancora ma almeno sono più rilassato sapendo che la benzina nella macchina non è pagata dai risparmi che servono per il mio progetto futuro ma è pagata da queste centinaia di euro.
 

Una bella giornata

Con questo piccolo stimolo economico ci siamo goduti la nostra prima giornata dedicata alla ricerca di una casa, la prima giornata in cui facciamo un viaggio "a vuoto" solo ed esclusivamente per questo. La sera ci eravamo organizzati per alzarci presto ma la mattina non andò così, ma non me ne sono fatto una colpa, non stavolta, una giornata piena sarebbe stata migliore per la ricerca, ma sono stanco di farmi i viaggi in Sicilia con le occhiaie, le cose me le godo lo stesso, ma è diverso. Non posso farci nulla, se so che devo svegliarmi presto per guidare o viaggiare non riesco a dormire e mi addormento a notte fonda accumulando solo poche ore di sonno. Capendo questo, non mi sono sentito in colpa, e mi sono goduto ogni cosa. Siamo partiti intorno alle 10, percorrendo la noiosissima statale 284 fino a Randazzo, arrivati lì organizzammo il pranzo, finalmente ci allargammo un po' sul budget come facevamo in Francia, infatti ci siamo concessi il pecorino con il salame dei Nebrodi, un'aranciata Tomarchio e le palline di mais alla pizza. Niente di davvero esagerato ma ultimamente quando mangiavamo fuori casa il nostro pasto tipico erano diventati i wurstel da 29 centesimi, il pancarré da 35 centesimi, le sottilette da 50 e qualche pomodoro. Questa volta avevamo anche un bel pezzo di pane casereccio e delle olive. [caption id="attachment_5908" align="aligncenter" width="1044"] il nostro pranzo nell'area attrezzata tra Santa Domenica Vittoria e Floresta[/caption] Concedendoci finalmente il giusto tempo per una sosta, ci fermammo presso un'area attrezzata lungo la SS116 vicino Floresta e ci siamo goduti il pranzo in un tavolino coperto da una tettoia che se piove...chi se ne frega. Ci siamo rimessi in marcia verso l'unico appuntamento della giornata...una casa con terreno nei pressi di Sinagra. La nebbia si infittiva e le temperature si abbassarono, ma nella nostra macchina non cambiò nulla, accesa la stufa e gli abbaglianti, procedevamo con prudenza. A volte mi chiedo a cosa servono le auto super accessoriate, a me questa Panda mi sembra un lusso, ha la radio che raramente accendiamo, la stufa per scaldarci, non ha il servosterzo, ma mi sono accorto che non è poi così necessario, non manca niente. La nebbia sparì e dopo Ucria abbandonammo la statale per raggiungere Sinagra su una provinciale, curva dopo curva arriviamo finalmente al paese e puntuale ci raggiunge il proprietario dell'immobile. Saremmo potuti andare con lui in macchina lasciando la nostra ma stupidamente lo seguiamo con la nostra macchina. Lui senza alcuna difficoltà nelle salite quasi ci seminò, a noi si spense l'auto ben due volte. Ad un certo punto dopo averlo raggiunto lo abbiamo visto prendere una salita a retromarcia, intuiamo che siamo quasi arrivati, parcheggiammo l'auto e andammo a piedi, la retromarcia in certe salite è troppo per noi automobilisti principianti. Per la prima volta abbiamo visto una casa non molto diversa dalle foto, dal prezzo sicuramente eccessivo ma messa meglio di tante altre case viste. Non per questo perfetta. A livello panoramico la casa è bellissima, ha un balcone con una vista verde splendida, ma credo ci siano lavori da fare per 5000 euro o più e il terreno di 2000 metri quadri scritto nell'annuncio mi sembra più piccolo. Ne saprò di più al catasto. Il proprietario tra un racconto e l'altro cercò di far leva per farci impegnare con lui quella stessa giornata, proponendo sconti di qualche migliaia di euro ma trovando sempre un muro dall'altro lato, risparmio su tutto e non andrò a mettere quei risparmi nel primo casolare che trovo. I discorsi anche più lontani dall'acquisto dell'immobile, piacevoli tra l'altro, alla fine tornavano sempre lì alla vendita dell'immobile. Dicendo che avrebbe fatto buio a breve, cosa tra l'altro vera, andammo via. Abbiamo deciso per la strada di fermarci in alcuni paesi a chiedere se conoscevano qualcuno che vendesse qualche terreno, ci fermiamo ad Ucria, una splendida cittadina caratteristica che sembra saltar fuori da un sogno per me, scendendo dall'auto si poteva sentire l'odore inconfondibile della stufa che colorava l'atmosfera di ricordi e nostalgia, si poteva osservare una città animata ma non troppo. Era tanto che non uscivamo la sera, forse perché quando lo facevamo non lo facevamo in queste piccole realtà paesane ma nel centro della movida che ci aveva stufato. [caption id="attachment_5909" align="aligncenter" width="477"]
È stato bello passeggiare un quarto d'ora lungo quel paesello, così senza un motivo e senza una reale meta, se non il bar dove lasciare il nostro numero. In qualche modo mi ha ricordato quando conobbi Sabrina, quando dopo esserci incontrati passeggiammo nelle strade illuminate solo dai lampioni a Latina, ok non è una piccola realtà paesana ma la passeggiata senza meta, le strade semi deserte, il buio dei pomeriggi d'autunno mi richiamarono quel ricordo. Entrammo nel bar affollatissimo, in fondo al bar c'erano gli anziani che giocavano a carte, al banco il resto. Dopo aver posto la nostra domanda al barista, egli a sua volta si rivolse alla clientela di fronte a lui, un certo Melo (Carmelo) si segnò il nostro numero, ci disse che potrebbe esserci qualcosa di interessante in zona e che ci avrebbe chiamato entro due giorni. Ancora di lui nessuna notizia. Ci siamo rimessi in marcia sul nostro veicolo, abbiamo fatto una sosta ad una fontanella per riempire dodici bottiglie d'acqua da portare a casa: un gesto lento ma bello, il rumore dell'acqua, la bottiglia che si riempie, il piacere di procurarsi qualcosa senza passare da una cassa se non la cassa che contiene le bottiglie. Le mani si sono gelate, caricammo le bottiglie nel cofano, abbiamo acceso la stufa per scaldarci e ci dirigemmo verso Floresta. Floresta è una città che adoro da sempre, ma non avevo mai avuto il piacere di passeggiarci. Parcheggiammo l'auto in una piazzetta al centro del paese, entrammo al primo bar, formula simile alla precedente e via. Mi volevo ancora trattenere in quella città dalle atmosfere simile alla precedente, così mi armai di aranciata e patatine al mais e consumai quello che in termini modaioli viene chiamato "aperitivo", seduto sulla panchina al cospetto di quelle casette di pietra. Ci siamo sentiti bene, ormai la giornata era quasi finita, ed era finita bene, sapendo che quello che possiamo fare lo stiamo facendo, non voglio ricordare la ricerca di una casa come un momento di disperazione, voglio ricordarlo con giornate come queste. Dopo Randazzo prendiamo nuovamente la noiosa SS284...che ci portò a casa. Arrivati a casa non scaricammo nemmeno l'auto, abbiamo portato su in mansarda due bottiglie di quell'acqua di montagna, abbiamo acceso la stufa a legna e abbiamo preparato un sugo al pomodoro, patate e finocchietto selvatico, tipico di queste stagioni più fredde e mangiammo soddisfatti. Sì, è così che voglio ricordare tra non so quanti anni questo periodo. Le cose belle le ho sempre trovate a mente serena e questa non fa distinzione.